librigame watson

Oggi siamo in compagnia di Francesco e Ivan, che ricoprono il ruolo di curatore editoriale e editore all’interno della casa editrice Watson Edizioni

Ciao a tutti e grazie a Pino per averci ospitato nella sua rubrica dedicata alle interviste!

collezione watson gamebool

Cosa significa quindi Watson Edizioni per voi?

gamebook watsonBeh io sono entrato nel pool da circa 4 anni quindi per me è significa l’opportunità di misurarmi in un ruolo, quello di curatore di collana, di cui avevo solo un’esperienza non professionale, nell’ambito della collana LibriNostri di Librogame’s Land. Dover pensare a progetti commerciali, metterne in piedi lo scheletro, trovare l’autore giusto e seguire tutti i passaggi che portano alla creazione di un volume che poi dovrà avere un riscontro di vendita ed essere presente nelle librerie, reali o virtuali che siano, è una sfida molto diversa, decisamente impegnativa e per certi aspetti esaltante. Quindi per me Watson significa questo: una realtà consolidata che esiste da quasi 15 anni e ha avuto fiducia nelle mie capacità al punto di affidarmi una delle sue collane di punta.

Quale è il target a cui vi rivolgete con i vostri librigame?

Dalla preadolescenza in su. Alcuni nostri volumi sono adattissimi per essere leggiocati anche a 10-11 anni, altri hanno un taglio un po’ più adulto (dove per adulto si intende dai 13-14 anni in su) per via delle tematiche trattate. Fino a oggi non ci siamo mai occupati di LG per bambini, ma già alla fine del 2023 potrebbe parzialmente cambiare qualcosa in questo senso…

Avete delle linee guida nello scegliere eventuali opere inedite? I titoli pubblicati devono rispecchiare alcuni generi narrativi, stili o tipologie di gameplay/struttura particolari? Come vengono scelti gli autori e i titoli da pubblicare?

librigame sherlock holmesLa collana classica è basata su opere che hanno fatto grande la narrativa internazionale dalla fine del XIX secolo alla prima metà del XX. Quindi le opere che scegliamo devono avere un minimo di attinenza con questo taglio. Lo stesso accade con la collana Gamebook Italia, con la differenza che lì non esiste un range temporale di riferimento, le opere devono “semplicemente” far parte del nostro patrimonio letterario. Non ci sono limiti inerenti ai generi o al gameplay, se non quelli di superare il vaglio dell’editore e mio. Essendo piuttosto esperto del genere e avendo letto centinaia di librogame nella mia vita tendo a rendermi conto se qualcosa non funziona a livello strutturale o ludico. Ma questa non è una condizione automaticamente invalidante: se l’autore è bravo e disponibile anche qualcosa che non funziona può essere migliorato e sistemato, è già successo in passato. Riguardo gli autori e i titoli: conoscendo un sacco di bravi scrittori della scena di solito li contatto e gli propongo una bozza molto molto molto embrionale di un progetto legato a un libro o a un personaggio. Poi ne discuto con loro e progressivamente si trova la quadra insieme: quadra che, lo ripeto, è veramente di “super massima”. Mi piace infatti che la storia e gli snodi vengano sviluppati dall’autore senza troppi vincoli: io poi subentro in una fase successiva, se trovo qualcosa che secondo me potrebbe essere problematico. Ci è capitato anche di ricevere proposte da autori, e in un paio di casi tali proposte sono andate in porto. Ogni tanto poi subentra Ivan che ha delle idee che potrebbero funzionare bene in ambito interattivo. Me le propone e insieme ragioniamo su come trasformarle in progetti concreti e a quale autore affidarle.

Quanto tempo impiegate, mediamente, a produrre un nuovo gamebook una volta che vi viene consegnata la prima bozza?

librigame watson italiaNon esiste una risposta univoca, dipende molto dalle “condizioni” di questa prima bozza. La riguardo io, la rimando all’autore con le cose da cambiare, l’autore la sistema e se non è d’accordo su alcune mie osservazioni ne discutiamo, poi mi rimanda la bozza e io la riguardo di nuovo da cima a fondo. A quel punto potrebbe ancora tornare all’autore se non siamo riusciti a sistemare tutto: altrimenti passa ai tester che sono sempre almeno tre. Dopo di che torna a me, sistemo tutte le correzioni ulteriori che ci sono state suggerite e ripasso il malloppo all’autore per la stesura definitiva. A quel punto se tutto è filato liscio siamo pronti per la lettura di Ivan, e la fase di illustrazione, che viene condotta gomito a gomito con il disegnatore e con Vincenzo Pratticò, che si occupa delle copertine di quasi ogni volume Watson. Quando tutto è completo si procede all’impaginazione e alla stampa. Sono passaggi non lineari e non assimilabili, la tempistica varia molto da libro a libro.

Che percezione avete del settore biblio/interattivo in Italia?

Un settore florido, in espansione, con almeno una decina di editori bravissimi che fanno uscire progetti di ottima qualità. Negli ultimi tempi sempre più realtà si lanciano nell’avventura interattiva seguendo l’assioma, del tutto errato secondo me, che i LG sono più facili da scrivere, costano meno e rendono tanto. Questo genere di approccio è pericoloso: come tutti i settori se non si studia a fondo il prodotto che si vuole realizzare e non lo si porta avanti con cognizione di causa il rischio di creare qualcosa di mediocre è alto. Per ora non è quasi mai successo, ma un minimo timore che possa accadere se si punta troppo al ritorno e poco all’approfondimento del genere c’è.

Ci vuoi/volete dare qualche informazione sui futuri progetti, senza fornire indicazioni temporali per far salire un po’ di sano Hype?

Nel 2023 usciremo con tre LG, più un mini book. Ci saranno due inediti italiani, uno per la collana Gamebook Italia e uno per quella classica e poi una traduzione. Riporteremo in Italia una collana molto amata dai vecchi appassionati dei librogame EL; non dico altro, lascio la parola a Ivan qualora voglia svelare qualcosa di più.

Che caratteristiche deve avere colui/lei che vi sottopone un’opera?

Individuare caratteristiche a priori è sempre difficile, anche perché poi magari arrivano collaborazioni con autori che ne hanno di completamente diverse. Una delle cose a cui tengo molto è la disponibilità a confrontarsi e mettersi in gioco. Un LG scritto per intero da soli, nella propria stanza, senza condivisione, raramente è esente da difetti. Mi trovo perciò molto bene a lavorare con autori aperti al dialogo: devo dire che fino a oggi da questo punto di vista nel nostro ambito non ho avuto particolari problemi. Forse perché molti degli autori che hanno scritto per Watson li conoscevo già piuttosto bene.

Qual è l’errore o quali sono gli errori che, secondo te/voi, un autore emergente commette nel presentarvi un proprio progetto editoriale?

Presentare un’opera completa, gigantesca, complessa, scritta magari in tre anni di lavoro senza confrontarsi con nessuno. C’è l’idea, che probabilmente funziona con la narrativa lineare, che opere massicce e univoche possano funzionare bene nel settore. A volte capita, ma è veramente difficile che sia così. Un consiglio che mi sento di dare agli aspiranti autori: se vi viene un’idea strutturatela, createle una bozza di regolamento accanto, realizzate una sinossi accurata e proponetela in questo modo. Non ci scrivete subito un libro di 800 paragrafi sopra perché rischiate seriamente di non vederlo mai pubblicato.

Vuoi/volete dare qualche consiglio agli scrittori emergenti?

Leggete tantissimo prima di scrivere. Librogame, certo, ma anche narrativa, saggi, romanzi, libri storici e tutto ciò che vi potrebbe ispirare. E studiate il genere interattivo. Spesso ho letto scritti veramente validi dal punto di vista narrativo che erano molto carenti sotto quello strutturale e ludico. Perché magari erano figli dell’idea secondo cui uno scrittore bravo ci mette poco a realizzare un LG. Niente di più sbagliato: un volume ibrido deve essere valido sia nei contenuti che nel gameplay, quindi il lavoro è doppio e, come tutti gli impegni doppi, più gravoso. Scrivere avendo un’idea di quello che si sta facendo è fondamentale e questo è il consiglio, forse banale, che mi sento di dare a tutti quelli che stanno immaginando di realizzare un gamebook.

Veniamo all’angolo “personale”: quale titolo ti/vi sta a cuore/ti rende orgoglioso edito da Watson Edizioni e quale titolo avresti/avreste voluto pubblicare (ma non hai potuto) o è stato pubblicato da altri

La collana è, almeno un pochino, figlia mia e se si guarda ai propri figli non si può dire quale sia il preferito. Quindi, per quanto scontato, non posso che rispondere tutti: tutti i titoli interattivi Watson mi stanno a cuore e a tutti sono in qualche modo legato. Riguardo al rimpianto, mi sarebbe piaciuto pubblicare tutti i librogame non Watson che ho trovato in qualche modo esaltanti: e sono veramente tanti. Ma si tratta di un sogno utopistico, ed è naturale che non sia potuta andare così. In linea di massima però nell’epoca del Rinascimento sono usciti un sacco di ottimi titoli e molti degli autori del settore sono veramente bravissimi.

Vuoi/volete dire qualcosa ai lettori di Mi.Gi? Avete qualche consiglio da dar loro su come scegliere i librigame?

Ci sono alcuni editori che ormai sono autentiche garanzie del settore e leggendo Mi.Gi. o i portali dedicati ai LG potrete facilmente individuare quali sono. Questi editori pubblicano solo bei libri e hanno cataloghi ricchissimi. Consultateli, fatevi guidare dai vostri gusti e scegliete il volume che più vi attira. Andrete sul sicuro perché la qualità è sempre altissima e quasi certamente al primo acquistato ne seguiranno molti altri.

Grazie per il tempo che ci hai/avete dedicato! E grazie per il lavoro che allieta i nostri momenti di svago

Grazie a te Pino per averci ospitato! E un saluto a tutto il popolo dei librogame!